AIFA autorizza la sperimentazione con baricitinib nei pazienti COVID-19

Il SARS-CoV-2 entra nelle cellule per endocitosi mediata dal recettore ACE2, una proteina di superficie cellulare assai espressa sulle cellule epiteliali polmonari alveolari AT2. Queste cellule sono particolarmente suscettibili alle infezioni virali. Uno dei regolatori noti dell’endocitosi è la proteina AP2 associata alla chinasi 1 (AAK1). L'interruzione dell’attività della AAK1 potrebbe, a sua volta, interrompere il passaggio del virus nelle cellule. Diversi inibitori della AAK1 sono stati approvati per uso medico: uno di questi, il baricitinib funge anche da anti-infiammatorio in quanto inibitore delle Janus chinasi (JAK), enzimi intracellulari coinvolti nella modulazione dei segnali di un gran numero di citochine, coinvolte nella progressione della flogosi. Poiché la concentrazione plasmatica di baricitinib è sufficiente per inibire la AAK1 già a dosaggio terapeutico (2 mg o 4 mg per os/die), sono stati proposti studi clinici per il trattamento dei pazienti COVID-19, nell’ipotesi che possa ridurre sia l'ingresso del virus che l'infiammazione.
Richardson P, Griffin I, Tucker C et al
Baricitinib as potential treatment for 2019-nCoV acute respiratory disease
The Lancet Published Online February 3, 2020
https://doi.org/10.1016/S0140-6736(20)30304-
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Pubblicato il 26/4/2020