Vaccini COVID-19: quali e quando?

L'identificazione della migliore tecnologia da impiegare - tenendo conto dei pro e contro che ciascuna di esse offre - è solo una delle difficoltà esistenti: vi sono progetti che utilizzano tecniche classiche, mentre altri si basano su modelli molto moderni, alcuni dei quali sinora mai utilizzati su larga scala nell’uomo. Esistono inoltre difficoltà legate alle possibili mutazioni del virus e all'identificazione del miglior antigene utile per indurre un'immunità protettiva e duratura (la proteina S1, la S2 o l’intera spike?), per non parlare del passaggio - sperando non sia lontano - dalla produzione ristretta, limitata agli studi clinici a quella su larga scala. Ad oggi cinque candidati sono entrati in fase clinica 1, per valutarne la sicurezza, la reattogenicità e l’immunogenicità a diversi dosaggi. In breve, si tratta di un vaccino sviluppato su una piattaforma a RNA, due su vettori virali non replicanti (adenovirus), uno costituito da plasmidi di DNA che codifica per le proteine virali ed uno costituito da aAPC (‘Antigen Presenting Cells’ artificiali) inattivate e modificate con geni espressi da un vettore virale (lentivirus). Altri progetti entreranno presto clinica, tra cui anche diversi vaccini prodotti secondo metodiche classiche (attenuazione o inattivazione del virus, ricombinazione genetica). L'approccio di 'urgenza pandemica' applicato allo sviluppo dei vaccini COVID-19 permetterà di comprimere i tempi che abitualmente sono molto lunghi per lo sviluppo di un nuovo vaccino. Tenendo conto di tutte le variabili, è verosimile fasi di produzione estesa non possano essere avviate prima di fine anno.
Lurie N., Saville M. Hatchett R. et al.
Developing Covid-19 Vaccines at Pandemic Speed.
NEJM March 30, 2020
DOI: 10.1056/NEJMp2005630
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Pubblicato il 21/4/2020