I bambini di donne trattate in gravidanza con chemioterapia non sono a rischio
47 dei 70 bambini inglobati nel trial sono nati prematuri, questo, piuttosto che la chemioterapia ha influenzato lo sviluppo cognitivo. Lavorando insieme ai colleghi della Repubblica Ceca e dei Paesi Bassi, il professor Amant ha cominciato a selezionare bambini per lo studio nel 2005. I bambini erano nati nei periodi che vanno dal 1991 al 2004 e dal 2005 al 2010 e avevano un'età compresa tra i 18 mesi e i 18 anni. Il team ha visitato i bambini alla nascita e poi di nuovo all'età di 18 mesi, 5 - 6 anni, 8 - 9 anni, 11 - 12 anni, 15 - 16 anni e 18 anni. Gli scienziati hanno tenuto sotto controllo la salute dei bambini per un periodo di 2 anni: alcuni bambini sono stati controllati anche fino a 18 anni. Durante la gravidanza, le 68 donne cui erano state diagnosticati diversi tipi di cancro sono state curate con chemioterapia, da sola o in associazione a radioterapia o chirurgia o a entrambe. Il cancro al seno era il più comune, con 35 donne affette, seguito da cancri ematologici come leucemia e linfoma (18 donne), cancro alle ovaie (6 donne), cancro della cervice (4 donne) e altri tipi come cancro al cervello, della pelle, colorettale, nasofaringeo e sarcoma di Ewing (cancro delle ossa o del tessuto molle).
In conclusione i risultati dello studio hanno mostrato che la chemioterapia non determina problemi cognitivi e cardiaci nei bambini ma bisogna agire garantendo che la gravidanza arrivi almeno a 37 settimane, visto che i risultati suggeriscono che la nascita prematura è responsabile di problemi di diversa natura. Ovviamente ulteriori studi devono essere condotti per conoscere l’effetto della chemioterapia sulla fertilità dei bambini e sulle probabilità di sviluppare forme di cancro quando crescono.