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Contribuenti, medici quarti con 65mila euro l'anno. Farmacisti al top

Sanità  pubblica | Redazione DottNet | 09/05/2017 21:02

In cima alla lista i notai; arrancano i dentisti

Qualche settimana fa è toccato a due medici massesi finire nel mirino della guardia di finanza. Le fiamme gialle hanno spulciato le loro dichiarazioni dei redditi perché dai primi controlli hanno rilevato delle anomalie. E così è partito un accertamento nei loro confronti, una verifica che si può definire a colpo sicuro perché lunga è la fila di pazienti – contattati anche loro dalle Fiamme Gialle - a fronte di una denuncia molto bassa. 

E' solo l'ultimo dei casi che vedono nel mirino i camici bianchi. Ieri il Ministero dell'Economia ha pubblicato le le statistiche sulle dichiarazioni Iva, Irpef e degli studi di settore, strumento destinato ad andare in soffitta a partire da quest'anno sostituito dai nuovi indici di affidabilità fiscale, ma che fotografa ancora lo stato dell'arte di una parte non indifferente dell'economia italiana. I medici sono al quarto posto nella classifica dei contribuenti con una media di 65mila euro l'anno. Prima ci sono gli studi notarili con 244mila euro, le farmacie 116mila euro, fabbricazione di prodotti chimici 68mila euro,i  medici e quindi i dentisti con 51mila euro di reddito. 

Sebbene sia facile immaginare che il fenomeno dell'evasione si annidi spesso proprio nelle categorie che fanno ricorso agli studi, non vanno però ignorati i casi di giovani che avviano un'attività e di microimprenditori dediti spesso ad attività part-time. Secondo i dati sull'anno di imposta 2015, in cui il Pil è cresciuto dello 0,8%, il reddito totale dichiarato è dunque stato pari a 107 miliardi di euro, con un aumento del 5,3% rispetto al 2014. Un salto verificatosi nonostante l'applicazione degli studi di settore abbia riguardato 3,4 milioni di soggetti, in calo del 5,8% rispetto all'anno precedente. La flessione non è però da imputare, appunto, ad una contrazione dell'economia, ma all'introduzione del nuovo regime forfettario, che non prevede l'applicazione degli studi di settore per i soggetti che hanno aderito a tale regime semplificato. 

Con oltre 44.000 euro e un aumento del 6,5%, i professionisti sono al top nella classifica dei redditi, mentre i commercianti si trovano al livello più basso con circa 22.500 euro e l'incremento più evidente, pari al 18%. A metà strada le attività manifatturiere (37.440 euro) e il settore dei servizi (27.510 euro). Tra i professionisti, spiccano notai e farmacisti, ma superano la media anche odontoiatri, studi medici, commercialisti, ragionieri, consulenti finanziari ed assicurativi. A cavallo dei 10.000 euro invece molte attività commerciali: estetisti, corniciai e calzolai.

 

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